21 gennaio 2021 – È partita ieri la demolizione intorno allo storico Palasport di Genova, che in due o tre mesi farà spazio ai cantieri del nuovo Waterfront di Levante disegnato dall’architetto Renzo Piano e donato al Comune di Genova, alla Regione Liguria e all’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale.
La demolizione coinvolge anche i padiglioni C e D dell’ex Fiera di Levante, per i quali DEAM Ingegneria ha curato la progettazione esecutiva dei lavori di bonifica e demolizione, nell’ambito dell’intervento del Waterfront.
L’obiettivo è di concludere i lavori di scavo e creazione dei nuovi canali entro la primavera del 2022.
Si “sbuccia” il Palasport
L’arena coperta, che ha ospitato dal 1962 i grandi eventi dello sport e dello spettacolo, oltre a fiere e manifestazioni di respiro internazionale, è una delle opere più affascinanti del Novecento genovese. Fu la prima grande tensostruttura realizzata in Europa e tra i più grandi impianti indoor costruiti in Italia. Proprio per il suo valore, l’operazione avviata è in realtà una demolizione-riqualificazione. Attraverso un lavoro di smontaggio selettivo e di bonifica, l’immobile verrà “sbucciato” mettendo a nudo la struttura che sarà uno dei fiori all’occhiello del nuovo complesso progettato da Renzo Piano.
La riqualificazione viene gestita per conto dei privati CdS Holding spa, che hanno completato l’atto di acquisto della struttura per un totale di 14 milioni e 250 mila euro, mentre l’investimento complessivo per il recupero della struttura è di 94 milioni di euro. CdS ha affidato alla Armofer lo smontaggio del padiglione circolare dal grande soffitto vetrato.
Negli ultimi mesi del 2020 sono state completate le azioni di preparazione delle aree e le prime demolizioni da parte di Amiu Genova, che ha provveduto alla pulizia e svuotamento del Palasport, e sono inoltre state svolte le operazioni di strip out (smontaggio selettivo) e di bonifica. Adesso, con l’avvio dei cantieri verrà asportata la “pelle esterna” della struttura e verranno abbattute le gradinate interne, si inizierà poi lo scavo dell’autorimessa interrata, a quota inferiore rispetto all’attuale e con una superficie più ampia, che ospiterà 674 posti auto.
Via i padiglioni, arrivano i canali
I lavori di demolizione dei padiglioni, in carico al Comune di Genova, sono stati aggiudicati a un raggruppamento di imprese guidato da Daf Demolizioni e composto dalle ditte Vico e Bazzani. Alla gara hanno partecipato dieci ditte, i vincitori sono stati scelti anche per la riduzione dei tempi del cantiere: a fronte dei 200 giorni previsti a bando, si sono impegnati a concludere i lavori entro 120 giorni. Sono previste penali di 10 mila euro per ogni giorno di ritardo. L’importo dei lavori, a bando, era di oltre 11 milioni e 500 mila euro, poi scesi a 8 milioni e 700 mila euro più Iva. L’impegno complessivo del Comune per gli abbattimenti ammonta a circa 15 milioni.
Le demolizioni sono propedeutiche allo scavo dei canali, sulla realizzazione dei quali si lavora già da mesi. È stato infatti completato il riempimento acqueo del primo tratto del canale navigabile sorto al posto dell’auditorium dell’edificio ex-Nira, con il ritorno dell’acqua in darsena prospicente la fortificazione seicentesca della cerchia muraria genovese. Sempre nei mesi scorsi è stata demolita la Palazzina Uffici, ex centro direzionale della Fiera.
La gara per lo scavo dei canali è prevista a febbraio, per aggiudicare i lavori entro aprile e far partire i lavori non appena saranno finite le demolizioni dei padiglioni. L’obiettivo sfidante è di concludere i lavori di scavo e creazione dei nuovi canali entro la primavera del 2022. Il canale principale avrà una lunghezza di 200 metri per 35 di larghezza, mentre il canaletto tra il Palasport e il Padiglione B (l’attuale edificio ad uso fieristico dal caratteristico colore blu, progettato dall’architetto Jean Nouvel) partirà con una larghezza minima di 10 metri che si estenderà fino a 40. Farà un percorso che dall’attuale marina di fianco alla tensostruttura salirà verso nord lambendo il Palasport.
Su entrambi i lati dei canali sono previste ampie banchine pedonali a uso pubblico, che avranno una larghezza compresa tra i 6 e i 18 metri lungo il canale principale e pari a 3 metri lungo il canaletto. Nel frattempo si realizzerà l’accesso all’area fieristica grazie alla nuova viabilità prevista dal progetto. Dopo lo scavo dei canali, si passerà alla realizzazione del parco urbano e dei ponti – con quello sul canaletto che sarà mobile per permettere l’ingresso delle imbarcazioni – e poi saranno allestiti gli spazi per i circoli nautici, le associazioni, gli esercizi commerciali legati agli sport nautici e alla ristorazione.Il progetto del Palasport
Il progetto di OBR e Starching prevede di confermare la vocazione sportiva del Palasport, realizzando un’arena di circa 5 mila metri quadrati per la cui gestione sarà coinvolto anche il CONI. L’arena sarà polifunzionale e modellabile per cambiare configurazione e ospitare anche eventi come i concerti. Attorno all’arena ci sarà spazio per un distretto commerciale tematico con al centro i temi del turismo, dello sport, della produzione locale e della nautica. Nelle aree esterne sorgerà, sempre a carico di CdS Holding Spa, una parte del grande parco urbano che proseguirà negli altri lotti del Waterfront, con nuovi filari di alberi ad alto fusto e un tratto della pista ciclabile che attraverserà tutta l’area.
CdS procederà poi, con inizio lavori sempre nel 2021, alla totale riconversione delle altre aree interessate dal progetto del Waterfront di Levante, per le quali ha firmato con il Comune un preliminare di acquisto da 20 milioni di euro.
Verrà realizzato un nuovo quartiere che comprenderà residenziale, uffici, servizi, studentato e ospitalità. “L’obiettivo è quello di creare una nuova centralità urbana e una nuova destination attrattiva al di là dei confini regionali, per gli appassionati del mare e non – dicono dalla CdS Holdings – Due saranno le stelle polari del progetto: la qualità architettonica e la sostenibilità ambientale, con immobili di ultimissima generazione, realizzati con un’architettura bioclimatica cosiddetta nZEB (nearly Zero Energy Building)”.